“Il Progetto come viaggio”, un percorso di conoscenza con gli studenti del liceo artistico di Verona

Recentemente in occasione di un mio incontro con gli studenti del Liceo Artistico di Verona in occasione della consegna del 2° quaderno del corso di “Design come Cosmo” ho presentato la metafora del “progetto come viaggio”. Questa metafora ha lo scopo di spiegare lo spirito in cui si è concretizzato la collaborazione tra L’Accademia e il Liceo Artistico di Verona tramite l’esperienza del progetto Turandot.

L’iniziativa ha coinvolto tre studentesse cinesi dell’Accademia come project leader e 8 studenti del 4° anno del liceo.

La metafora del viaggio

La metafora parte dal fatto che come un viaggio ogni progetto ha un punto di partenza ed uno di arrivo. Allo stesso modo per fare un viaggio sicuro dobbiamo dotarci di strumenti quali la bussola e una carta geografica per controllare il nostro percorso allo stesso modo nel progetto dobbiamo dotarci di una metodologia che sia composta da briefing e da un processo per controllare lo sviluppo del progetto.

Un altro aspetto del viaggio è la preparazione del bagaglio che tanto più accurato è quanto il viaggio risulta gratificante, allo stesso modo nel progetto è necessario dotarsi di quel bagaglio di informazioni, attorno al tema dato, che rappresentano nella loro accuratezza e profondità gli elementi necessari per raggiungere un risultato progettuale di qualità.

Quarta fase nel viaggio è stabilire un percorso che sia in linea con le aspettative di chi decide il viaggio definendone anche le tappe, allo stesso modo nel progetto troviamo l’immagine guida o carattere del progetto che ci guida durante tutto il percorso progettuale con i punti di sviluppo fino a raggiungere il punto di arrivo.

Definito il punto di arrivo, dotandosi degli strumenti di controllo , preparando il bagaglio e definendo il percorso possiamo condividere il viaggio con degli ideali compagni di percorso che scambiandosi le premesse diventano attori allargando le vedute e espandendo la conoscenza dei luoghi perché visti tramite più occhi e sensibilità. Tutto ciò si traduce in una straordinaria sinergia che , nel caso del progetto, produce una profondità che a cui il singolo non potrà mai approdare.

Questo è quello che è successo nella esperienza progettuale di “Turandot”dove la sensibilità di 8 studenti  insieme a project leader più maturi e con una cultura completamente differente, hanno prodotto una qualità progettuale elevatissima.
Un esempio illuminante dove si dimostra che una buona metodologia progettuale può superare limiti culturali , età e ad approdare ad un viaggio di conoscenza.

La meta è un mondo che va oltre ogni aspettativa perché, ed è tanto più vero in questo caso , la comunione di esperienza e tensione creativa progettuale non è la somma degli individui coinvolti, ma diventa la formula per raggiungere un risultato più intenso e coinvolgente che dà vita a una nuova sensibilità progettuale che supera i confini del progetto stesso per approdare in un nuovo linguaggio.

Marcello Cutino